Oasi WWF Val di Rose

 

L’Oasi WWF Val di Rose è l’oasi “gemella” di Focognano.
La sua nascita, che peraltro precede di un anno quella Focognano, si deve ad un progetto di conservazione realizzato in collaborazione fra l’Università di Firenze e il WWF. Il fatto che un’area protetta faccia parte del patrimonio di una università rappresenta un caso unico in Italia.
Le due Oasi WWF Stagni di Focognano e Val di Rose costituiscono le due più importanti aree su cui si è successivamente basata negli anni la paziente opera del WWF di ricostruzione, tutto attorno, di un diffuso sistema di luoghi di grande interesse ecologico e paesaggistico. Quest’ultimo, sotto forma di “nuova rete ecologica”, è oggi una straordinaria realtà nell’ampio territorio della Piana Fiorentina e Pratese.

Quadro normativo
Oasi del Sistema Nazionale del WWF Italia, istituita nel 1996.

Ubicazione
Comune di Sesto Fiorentino (FI), presso il Polo Scientifico Universitario.

Estensione
18 ettari.

Proprietà
Università degli Studi di Firenze.

Ente gestore
Comitato per le Oasi WWF dell’Area Fiorentina.

Habitat
Complesso di ambienti costituito da un bacino lacustre principale, numerosi acquitrini, prati umidi e zone con alberi e arbusti “a macchia”. Tutti questi habitat sono frutto di specifici interventi di ripristino finalizzati alla conservazione della flora e della fauna.
L’intervento, sotto la denominazione “Habitat (R)Evolution: dagli Anfibi agli Uccelli“, si configura inoltre come opera d’arte contemporanea nell’ambito del più vasto progetto Artlands che interessa da anni il territorio della Piana Fiorentina e Pratese (www.artlands.net)

Storia del progetto
Nel 1994 il WWF Toscana presenta all’Università degli Studi di Firenze i risultati di uno studio che documentava la grave situazione di alcune popolazioni di Anfibi (Tritone crestato meridionale, Triturus carnifex; Tritone punteggiato, Lissotriton vulgaris; Rospo smeraldino, Bufo viridis; Raganella italica, Hyla intermedia; Rana esculenta, Pelophylax esculentus e Pelophylax lessonae) nell’area dove era in costruzione il nuovo Polo Scientifico Universitario (Comune di Sesto Fiorentino, FI). Con il protrarsi dei lavori edili erano state infatti cancellate le zone dove stagionalmente si formavano pozze e acquitrini nell’ambito dei quali gli Anfibi si riproducevano. Stante la nuova situazione di cantiere, queste specie tentavano di riprodursi nelle fosse di fondazione degli edifici che si allagavano durante le piogge primaverili, nelle buche di sondaggio e perfino nei pozzetti dei nuovi tratti di strade, dove gli individui restavano il più delle volte imprigionati all’interno senza possibilità di fuga. Anche nei punti dove la deposizione delle uova avveniva, gli individui (sotto forma di uova poi di larve e di giovani neometamorfosati) finivano poi per morire durante il procedere dei lavori, sia che si trovassero in corrispondenza delle aree allagate sia che, dopo l’uscita, avessero trovato rifugio sotto qualche cumulo di materiale edile.
Lo studio dimostrò anche che durante il periodo delle migrazioni riproduttive si stabilivano consistenti flussi migratori di individui dai terreni agricoli circostanti verso l’area dei cantieri. L’impatto che si veniva a creare era quindi ancora più grande perché andava ad interessare le popolazioni residenti in un’area molto più ampia.
Iniziò così una stretta collaborazione fra l’Ufficio tecnico dell’Università e il WWF che portò alla redazione di un progetto di compensazione d’impatto che prevedeva la costruzione di tre nuovi habitat per l’ovodeposizione, sostitutivi delle zone riproduttive originarie andate perdute.
Dopo l’approvazione definitiva del progetto nel maggio 1996 vennero eseguiti i lavori in un’area, già di proprietà dell’Università, posta ad una certa distanza dalla zona dei cantieri e circondata da campi agricoli. I tre nuovi ampi stagni realizzati furono consegnati dall’Università al WWF per la gestione e nacque così l’Oasi WWF e Area Erpetologica Protetta “Val di Rose” che entrò a far parte del Sistema Nazionale delle Oasi del WWF Italia. Si trattava della prima area protetta istituita nella Piana Fiorentina, cui avrebbe fatto poi seguito nel 1998 l’Oasi Stagni di Focognano e via via tutte le altre aree protette del sistema creato dal WWF in questa pianura.
Durante gli anni seguenti fu deciso, per iniziativa congiunta dell’Ufficio Tecnico dell’Università e del WWF, di progettare un conclusivo intervento che prevedesse il ripristino di tutta l’area circostante mediante la creazione di nuovi habitat umidi sia a carattere permanente che stagionale. La possibilità di realizzazione di questo progetto nacque in relazione alla necessità di costruire una cassa di espansione idraulica a servizio del Polo Scientifico Universitario. L’opera doveva avere dunque una doppia valenza: soddisfare le necessità di compensazione del rischio idraulico e, contemporaneamente, dare vita a diversi tipi di zone palustri in modo da poter ospitare anche molte specie ornitiche. La redazione del progetto fu conclusa nel 2006. Terminate quindi le lunghe fasi di esproprio, nel 2013 si dette avvio alle fasi di realizzazione della nuova opera.
Fu così creato un nuovo grande bacino lacustre di circa cinque ettari di superficie (quest’ultimo, date le dimensioni, specificamente progettato anche per la sosta dell’avifauna migratrice), comprendente al suo interno zone caratterizzate da differenti profondità oltre a vari tipi di isole e isolotti. Su questo nuovo invaso si affacciano due osservatori, costruiti in modo che il pubblico in visita non possa disturbare le specie ornitiche presenti all’interno del bacino. Inoltre nella porzione posta più a nord dell’area furono realizzati nuovi prati umidi ad allagamento stagionale e acquitrini dedicati agli Anfibi. Piccole formazioni “a macchia” e numerose siepi furono poi piantate tutto intorno come aree di alimentazione e rifugio per la fauna.
Sul lato nord dell’area, nei pressi del piede della recinzione, fu posta in opera una barriera antiattraversamento costituita da appositi manufatti prefabbricati in calcestruzzo polimerico per evitare che gli Anfibi e le altre specie della piccola fauna presenti nell’area “sconfinassero” verso nord (area degli edifici del Polo Universitario), esponendosi così al rischio di essere investiti dalle auto.
Fu realizzato anche un nuovo lungo percorso per le visite che permette di ammirare sia il “nucleo storico” dell’Oasi creato nel 1996 sia tutta l’ampia zona di recente realizzazione.

Modalità di fruizione
L’area è definita e protetta da una recinzione che corre lungo tutto il perimetro.
L’Ente gestore Comitato per le Oasi WWF dell’Area Fiorentina organizza:

  • Visite guidate per gruppi (su prenotazione)
  • Giornate/operazioni di volontariato finalizzate alla gestione degli habitat e al mantenimento delle strutture

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