Le nuove aree acquisite
(II Fase dei lavori)
Una volta superate le fasi di progettazione, e trascorsi i tempi necessari per l’acquisizione di tutti i terreni, nel 2009 ebbe inizio il primo cantiere nelle aree che circondavano il “nucleo storico” dell’Oasi. Le ruspe entrarono in azione cominciando a realizzare la prima parte del nuovo grande bacino lacustre “Lago Prataccio“, situato nella porzione nord-ovest dell’Oasi.
Quindi, nel 2011, furono avviati anche i lavori degli altri due laghi: “Lago Oltre Agnes Denes” e “Lago Osmannoro“, situati nella parte meridionale dell’Oasi.
È interessante precisare che tutti i nuovi habitat naturali sono stati costruiti partendo da luoghi pressoché “desertificati” dall’agricoltura intensiva e non di rado occupati in parte anche da baraccamenti abusivi in stato di semiabbandono.
Al termine degli interventi è stato quindi consegnato alla cittadinanza un territorio completamente rigenerato, dove l’antico paesaggio tipico della pianura, perfettamente restaurato, costituisce oggi un bene collettivo di immenso valore da godere e da poter consegnare alle future generazioni.
Per ulteriori approfondimenti su questi temi si veda: Scoccianti, 2013a, 2013b e 2013c.
I nuovi bacini lacustri mostrano tutti differenti caratteristiche fra cui molte isole e isolotti e speciali strutture per la nidificazione delle specie.
Così come era stato per quelli della parte “storica”, anche in questo caso tutti gli interventi di ricostruzione ecologica e paesaggistica sono stati progettati e diretti personalmente dal biologo Carlo Scoccianti per conto del WWF e del Comune di Campi Bisenzio.
A mano a mano che i nuovi ambienti prendevano forma e venivano allagati è stato ampliato anche a questa parte dell’Oasi il programma di monitoraggio delle specie (“indicatori”) per studiare la ricolonizzazione dei nuovi luoghi.
Segue una breve descrizione dei singoli ambienti e dei principali interventi eseguiti.
Lago “Prataccio”
Il 31 ottobre 2016, completati i lavori di escavazione e modellazione con i mezzi meccanici, questo enorme bacino lacustre di 17 ettari posto al centro dell’Oasi è stato “preso in carico” dai Volontari, divenendo così nei mesi seguenti teatro di numerosissimi interventi di rinaturalizzazione e potenziamento ecologico.
Esso è oggi caratterizzato da isole di vario tipo e dimensione, alcune delle quali con importanti nuclei boscati, altre con amplissime aree destinate alla semisommersione per lunghi periodi dell’anno e quindi particolarmente adatte alla sosta dei Limicoli.
Il bacino prende il nome dal locale toponimo che in passato indicava probabilmente un’area difficile da coltivare per il ristagno delle acque.
Un’ampia parte del lago ha carattere di allagamento perenne mentre la restante porzione si mostra ad allagamento stagionale.
Su alcune isole sono state posizionate speciali strutture per la nidificazione di specie con particolari esigenze ecologiche. Fra queste ricordiamo il Martin pescatore (Alcedo atthis).
Su un isolotto posto di fronte all’osservatorio meridionale è presente “La Casa“, una delle innovative opere di arte ambientale presenti nell’Oasi.
Lago “Prataccino”
Limitrofo al più vasto Lago Prataccio, e anch’esso completato per ciò che riguarda i lavori con i mezzi meccanici il 31 ottobre 2016, questo invaso che si mostra semiallagato per gran parte dell’anno costituisce un ambiente ideale per i Limicoli.
Vi nidifica il Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus).
Lago “Oltre Agnes Denes”
Questo lago, posto nella parte meridionale dell’Oasi, costituisce in sé una delle innovative opere di arte ambientale presenti nell’Oasi. Il nome dell’opera “Oltre Agnes Denes” è allo stesso tempo anche una dedica a una artista americana appartenente allo storico movimento artistico Land Art.
Costruito nel 2011 e allagato per la prima volta nel mese di aprile 2012, è un ambiente ad allagamento stagionale realizzato su un appezzamento precedentemente coltivato, mantenendovi la tipica conformazione agricola “a schiena d’asino”. Così facendo si è ottenuto un habitat caratterizzato sempre, con qualunque grado di allagamento, da amplissime superfici semiumide che sono di particolare interesse per decine di specie ornitiche.
Sul lago si affaccia l’osservatorio denominato “Osservatorio – Habitat di Ciottoli“, un’altra delle innovative opere di arte ambientale presenti nell’Oasi.
Lago “Osmannoro”
Questo bacino lacustre è stato costruito in due fasi, la prima nel 2011 e la seconda nel 2016. La realizzazione ha interessato un vasto appezzamento agricolo posto a sud-est della parte “storica” dell’Oasi.
La creazione di un nuovo habitat umido in questa posizione ha anche permesso di completare la connessione fra gli ambienti presenti nella parte “storica” dell’area protetta e quelli che costituiscono la zona umida denominata “La nuova Bandita“, realizzata nel 1999 nei pressi dell’Oasi e facente parte anch’essa dell’ampio complesso di ecosistemi acquatici gestiti dal WWF nell’area di Focognano.
Si tratta di un ambiente ad allagamento stagionale con amplissime superfici semiumide di particolare interesse per molte specie.
Vi sono state posizionate anche alcune innovative strutture per la nidificazione di specie con particolari esigenze ecologiche. Fra queste ricordiamo il Martin pescatore (Alcedo atthis).
Pantano di “Maccione”
Il nome dato alla nuova zona umida “pantano” denota il tipo di ambiente che è stato ricreato per favorire numerosissime specie sia di “fauna minore” che ornitiche.
I lavori con i mezzi meccanici sono iniziati nel 2016 e sono terminati nel gennaio 2017 dando il via alle opere di piantagione delle specie autoctone sulle rive e sulle sponde da parte dei Volontari dell’Oasi. Come sempre, anche per questo lavoro sono state impiegate solo piante autoctone di provenienza esclusivamente locale (“ecotipo locale”), precedentemente messe a dimora e fatte crescere in gran numero all’interno dei vivai dell’Oasi.
In corrispondenza di questo bellissimo ambiente passerà il nuovo sentiero “su palafitta” che verrà percorso con le visite guidate (opera attualmente in corso di realizzazione).
Dove ha inizio questo percorso palafittato sarà presto completata anche “Arretrare la Città“, un’altra delle innovative opere di arte ambientale presenti nell’Oasi.
Nuova rete di pozze, siepi e macchie
Tutto intorno alle zone umide di nuova costruzione è stato riadattato il vasto sistema idrico minore esistente per poter mantenere in situ le acque di pioggia il più a lungo possibile e quindi dar vita ad acquitrini, pozze e prati umidi.
Tramite ripetuti interventi delle squadre di Volontari dell’Oasi sono stati piantati in questo ambito numerosissimi esemplari di piante acquatiche e ripariali autoctone (di provenienza locale “ecotipo locale”), fatte crescere precedentemente nei vivai dell’area protetta.
Inoltre sui lati di questa rete idrica superficiale, al centro degli ex-appezzamenti agricoli e sopra le sponde e gli argini dei nuovi laghi, sono state effettuate molte altre operazioni di piantagione di specie arboreo-arbustive a formare siepi e formazioni arboreo-arbustive “a macchia”. Anche questi interventi sono stati compiuti grazie all’impegno di decine e decine di Volontari e con l’utilizzo esclusivo di piante autoctone di provenienza locale (“ecotipo locale”) provenienti dai vivai dell’Oasi.